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Energia Reattiva: dal 1 gennaio 2016 chi non rifasa correttamente rischia il distacco dalla rete

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La tecnologia funziona mediante il consumo di energia elettrica portando quindi ad una spesa da affrontare. Ma siamo sicuri che tutto ciò che paghiamo è effettivamente ciò che consumiamo?

In quest’articolo spiegheremo cos’è l’energia reattiva, perchè la paghiamo in fattura e cosa possiamo fare per evitare di pagarla.

Iniziamo col chiarire una differenza fondamentale quella tra energia Attiva ed Energia Reattiva:

L’ Energia attiva è quella che viene trasformata in lavoro e calore dai dispositivi elettrici e viene misurata in kWh.

L’Energia reattiva è l’energia che viene assorbita dai dispositivi, ma non produce lavoro diventando un peso per il gestore della linea elettrica, che riversa parte del costo sull’utenza sotto forma di penale in bollettaL’energia reattiva è una delle cause di scarsa qualità dell’alimentazione (Power Quality), insieme a distorsione armonica e sbilanciamento del carico. Una bassa Power Quality porta a un peggior sfruttamento degli impianti con diminuzione della vita delle apparecchiature, guasti, perdite dati, etc.

Tutto ciò si può risolvere posizionando un Rifasatore: questo intervento ha un costo iniziale ma ci permette di mantenere l’energia reattiva sotto i limiti consentiti ed evitare di dover pagare una sanzione sulla bolletta, inoltre genera anche altri benefici per l’azienda: diminuzione delle perdite di energia per riscaldamento dei cavi, maggiore potenzialità dell’impianto ed un minore riscaldamento del trasformatore. 

Ma cosa si intende con Rifasamento?

Per rifasamento si intende quella pratica che permette di supplire allo sfasamento introdotto nella linea da un carico reattivo. Si collegano all’impianto delle apparecchiature chiamate condensatori di rifasamento. Questi dispositivi forniscono l’energia reattiva necessaria al funzionamento delle suddette apparecchiature, che così non viene prelevata dalla rete

Rifasare vuol quindi dire fornire in loco, tutta (rifasamento totale) o parte (rifasamento parziale) della potenza reattiva elettrica necessaria al carico

Quando è necessario Rifasare?
Per gli impianti in bassa tensione e con potenza impegnata maggiore di 16,5 kW:
quando il fattore di potenza medio mensile è inferiore a 0,7 l’utente è obbligato a rifasare l’impianto.
quando il fattore di potenza medio mensile è compreso tra 0,7 e 0,95 non c’è l’obbligo di rifasare l’impianto ma l’utente paga una penale per l’energia reattiva.
quando il fattore di potenza medio mensile è superiore a 0,95 ed inferiore ad 1 non c’è l’obbligo di rifasare l’impianto e non si paga nessuna quota d’energia reattiva.

Se il rifasamento rimane attivo sulla linea quando non ce n’è bisogno, assorbe energia reattiva che si somma alla reattiva induttiva normalmente consumata dall’impianto. La somma delle due energie può causare l’addebito di somme per eccessivo consumo reattivo, anche se in realtà l’utente sta rifasando gli impianti dell’ente fornitore.
L’utente è quindi sollecitato a rifasare almeno fino ad un fattore di potenza = 0,95.

Il Sistema di rifasamento è in grado di abbassare il valore della potenza reattiva fino ad arrivare all’eliminazione delle penali in bolletta. È quindi necessario effettuare un accurato studio delle soluzioni di efficientamento che procurano un risparmio in bolletta con investimenti che rientrano in tempi molto rapidi (anche inferiori a un anno).

Rifasamento: Energia Reattiva e fattore di potenza

Dal punto di vista tecnico, lo sfasamento è indicato con il fattore di potenza, anche chiamato cos φ. In condizioni ottimali il fattore dovrebbe tendere a uno, che corrisponde al valore massimo rilevato quando corrente e tensione risultano in fase.
Il prelievo di energia reattiva pari al 33% dell’attiva corrisponde a un cos φ di 0,95. Se il fattore di potenza è inferiore a questo valore, si paga la penale per ogni kvarh prelevato in più rispetto al limite imposto. Se l’energia reattiva è pari al 75% dell’attiva, il cos φ è minore di 0,8 e la penale applicata risulta maggiore.

Il calcolo del fattore di potenza è fondamentale per poter rifasare l’impianto elettrico e risparmiare in bolletta. Con il rifasamento quindi si tende ad avere un fattore di potenza più alto possibile.

Il cos φ  è calcolato secondo la seguente formula: 

I valori dell’energia reattiva e del cos φ (Cosphì) li trovi nella fattura del tuo fornitore di energia elettrica.

Ricapitolando il cosphi (o cosfi) è un valore che misura l’efficienza dell’impianto nell’utilizzare la propria potenza direttamente per scopi produttivi senza che venga dissipata in altre forme; è un valore che può variare tra 0 e 1, dove 1 rappresenta l’efficienza perfetta.
La si può intendere come la schiuma della birra: contribuisce a riempire il bicchiere, ma non a dissetare.

Cosa succede dal 1 gennaio 2016?

A partire dal 1 gennaio 2016 è entrata in vigore  la delibera 180/2013/R/EEL che impone l’abbassamento della soglia oltre la quale scattano le penali. Tali penali vengono applicate agli utenti in Bassa Tensione e Media Tensione con potenza disponibile > 16,5 kW (che prelevano energia reattiva in fascia F1 e F2) se l’energia reattiva impegnata è superiore al 33% dell’energia attiva prelevata (ovvero se il cosφ medio mensile è inferiore a 0,95).

Cosa devono fare le aziende?

Le imprese devono verificare immediatamente i propri impianti e assicurarsi di avere adeguati sistemi di controllo della qualità della rete e quindi che il prelievo di energia reattiva sia al massimo pari alla metà dell’energia attiva.

Ricorda che prima di installare un qualsiasi rifasatore  va fatta una analisi approfondita per scoprire qual è la causa del problema legato all’energia reattiva.

Può darsi tu NON abbia proprio bisogno dei rifasatori. Molto spesso questi problemi sono causati da un motore di un macchinario, dalla fase invertita al quale lavora il macchinario stesso, dall’impianto fotovoltaico, dall’impianto illuminotecnico a LED. Altre volte la causa della potenza reattiva è un motore vecchio o un motore nuovo su cui basterebbe semplicemente mettere un inverter.

Quindi non è assolutamente detto che ti servano rifasatori per risolvere il problema.

Quali tipi di rifasatori esistono?

 Esistono 2 tipi di rifasatori: rifasatori capacitivi, ed induttivi. Nella maggior parte dei casi vanno messi rifasatori capacitivi negli stati intermedi (in ogni capannone se ne hai più di uno) ed un rifasatore induttivo alla fine di tutta la linea. E’ quest’ultimo che comanda ed è quello che reagisce istantaneamente per generare una corrente uguale e contraria ed annullare la potenza reattiva. Se invece hai un solo capannone, basta un rifasatore induttivo per tutta l’azienda.

Anche sotto questo aspetto va comunque fatta un’analisi accurata, le tecnologie sono sempre in continua evoluzione e quello che ti dico oggi, domani potrebbe già essere obsoleto.

Cosa comporta non adeguarsi?

Il gestore della rete può applicare penali in bolletta o, addirittura, chiedere l’adeguamento dell’impianto utente, pena il distacco forzato dalla rete.

Ricordiamo che le penali per l’energia reattiva vengono addebitate solamente agli utenti con potenza superiore a 16,5 kW (utenze con contatore trifase). Rispetto al 2018 il corrispettivo per l’energia reattiva è aumentato:

Le tariffe delle penali per l’energia reattiva – 2019
Tipologia connessione energia reattiva tra il 33% e il 75% dell’energia attiva
c€/kvarh
energia reattiva eccedente il 75% dell’energia attiva
c€/kvarh
Utenza in bassa tensione 0,744 0,96
Utenza in media tensione  0,253 0,328

Normalmente le penali hanno però valori bassi rispetto agli importi totali delle fatture, mentre il distacco riguarda pochi casi e spesso il distributore mostra più permissività rispetto al vincolo di cosphi>0,7.
Questo fa sì che la questione venga spesso presa sottogamba e si sottovaluta il beneficio dal punto di vista tecnico ed economico.

Buona Energia

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